Ho pensato di scrivere una supercazzola e metterla a confronto con la prima parte di quello che c’è scritto sul programma di sala dello spettacolo di sabato sera in Piazza Duomo “Memory of a Fall”.
Poi ho lasciato perdere l’idea e mi sono concentrato sullo spettacolo.
Un balletto con lo splendido sfondo del Duomo.
Si riflette sulla memoria, nello spettacolo proposto da YOANN BOURGEOIS e io sono sicuro che ci sarà chi se lo vorrà dimenticare questo balletto e chi invece farà del tutto per ricordarselo nel caso di una prossima eventuale proposta della stessa compagnia.
Una bella idea è stata quella del fondale a scivolo dove i danzatori si lasciano cadere per entrare in scena.
Bell’effetto una volta. Anche due. Tre volte via.
Se invece i primi quaranta minuti sono fatti di quelle cadute, delle risalite e poi ancora le cadute, forse è un po’ troppo per non rischiare che l’attenzione dello spettatore tonfi per terra. Senza scivolo.
Poi dopo aver sfinito il fondale si passa ad un’altra idea.
Il palcoscenico girevole dove si muovono i ballerini.
Bella pensata quella del girevole che a mia memoria viene usato qui in piazza per la prima volta nella storia del Festival.
La signora seduta davanti a me con la capoccia fresca di parrucchiere.
Tutta cotonata modello leonessa, copre completamente quello che succede sul palco dove il musicista in consolle gestisce la musica elettronica.
Va tanto quest’anno il genere.
Un signore seduto qualche fila dietro di me che invece evidentemente ha un’altra capoccia riccia che gli limita la visuale si chiede ad alta voce “ma quando inizia”? Qualcuno gli risponde che è cominciato già da un quarto d’ora.
In cielo la lucina lampeggiante di un aereo che passa.
Mai notato negli spettacoli visti le volte scorse, negli anni passati.
I danzatori girano dei pannelli con specchio sul palcoscenico.
Qui la capoccia della leonessa mi salva da accecamenti inutili.
Lo spettatore delle file dietro, intanto ha capito che lo spettacolo è iniziato. “Ah, bene. Mi pareva“.
Interessante l’ entrata in scena con lo scivolo nero. Invisibile a prima botta.
Io, che per piacermi un balletto deve essere proprio speciale, stasera mi accorgo che passano aerei e che la sedia non è comoda.
Ma era così anche le altre volte? Boh.
Gli specchi che riflettono continui bagliori in sala secondo me sono proprio un errore grossolano.
Pare uno spettacolo che ricordo degli anni 70, “la morte della geometria”, dove gli attori illuminavano gli spettatori in sala con delle torce elettriche.
Terribile. Una delle poche volte che sono uscito prima della fine.
Dopo aver sfinito il fondale a scivolo con infinite cadute, i ballerini cominciano con il girevole.
Lo spettacolo riflette sulla memoria come ho già detto.
Tranquilli Yoann Bourgeois e Hania Rani che saranno parecchi a tenere memoria di questa vostra proposta.
Intanto stanno ancora tutti sul girevole che fa il suo: gira.
Alla fine si ributtano tutti sullo scivolo dalle finestrelle in alto, come all’inizio e poi tornano sul girevole poi TAC: il tableau vivant.
Applausi comunque. Sala pienissima. Abiti eleganti. Pure troppo.