Microsoft ha confermato ufficialmente di aver fornito servizi di intelligenza artificiale e cloud computing all’esercito israeliano durante il conflitto a Gaza, in particolare dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
I dati rivelano un incremento impressionante: l’utilizzo di prodotti IA commerciali da parte delle forze armate israeliane รจ aumentato del 19.900%.
Il colosso tecnologico sostiene che queste tecnologie siano state impiegate esclusivamente per operazioni di salvataggio degli ostaggi israeliani, negando categoricamente un loro utilizzo per operazioni offensive su Gaza. “Abbiamo seguito rigorosi principi etici, cercando un equilibrio tra le operazioni di salvataggio e la tutela della privacy”, affermano i portavoce dell’azienda.
Le dichiarazioni di Microsoft, tuttavia, non convincono organizzazioni come Electronic Frontier Foundation e No Azure for Apartheid, che contestano fermamente: “L’intelligenza artificiale in contesti bellici porta inevitabilmente alla morte di civili”. Le critiche non risparmiano altri giganti tech come Google, Amazon e Palantir, tutti apparentemente coinvolti nell’integrazione di tecnologie avanzate in ambito militare.
Attivisti come Emelia Probasco e Cindy Cohn chiedono maggiore trasparenza sulle modalitร di impiego di queste tecnologie. Nel frattempo, emerge che i servizi cloud di Azure contribuiscono anche alla protezione del cyberspazio israeliano.
La vicenda solleva interrogativi profondi sul rapporto tra tecnologia, etica e conflitti, delineando uno scenario complesso che intreccia intelligenza artificiale, diritti umani e dinamiche geopolitiche tra Stati Uniti, Israele e Medio Oriente.