COSTRETTO A SCEGLIERE

Stavo guardando una diretta TV dalla Camera dei Deputati, mentre Nicola Fratoianni chiedeva chiarimenti al Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

L’argomento era manco a dirlo gli sbarchi, la Sea-Watch, quello che era accaduto a Lampedusa, l’arresto della Comandante Carola Rackete

Mi sono trovato d’accordo con le posizioni espresse dall’esponente di Sinistra Italiana. Mostravano un’umanità e un senso di solidarietà che sento più vicini al mio modo di pensare.

In genere non mi va di affermare “…sono di sinistra” oppure “…sono di destra“. Non mi ci trovo chiuso in una casella. Forse perché soffro di una forma di claustrofobia morale.

Diciamo però che mi capita molto spesso di ritrovarmi in posizioni proprie di quella parte che si definisce sinistra.

Ma non è sempre così. A volte non ci sto. Dichiarazioni o posizioni che io non trovo in sintonia con il mio pensiero, non le condivido.

E capita spesso pure questo.

Ma la maggior parte delle volte (diciamo pure sempre) non mi ritrovo a destra come invece mi capita con la sinistra.

A volte, spesso, mi capita di ritrovarmi d’accordo anche con quello che viene dal PD, il maggiore partito che fa riferimento alla zona opposta a chi si ritrova al governo adesso.

Ecco, mi viene da pensare:

Ma perché quando devo mettere la crocetta sulla scheda per dire cosa preferirei per il futuro di questo malandato paese mi trovo costretto a scegliere fra posizioni che tutto sommato spesso sono vicine a volte molto, fino a sovrapporsi?

Come mai?

Succede lo stesso anche a chi la pensa dall’altra parte?

Quelli che … bombardiamo, affondiamo, cacciamo, affamiamo?

Non credo.

No, non credo.

Forse perché i concetti di quella parte politica sono meno intorcinati?

Una birra

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