MA CHE RAZZA DI POSTO È?

Una piccola cittadina di provincia. Forse in Italia, forse no. Non importa.

I problemi dati dalla difficile convivenza sono sempre gli stessi e qualcuno li vive in maniera più intensa di altri.

Soprattutto l’emarginazione sociale.

Sì è vero che nei piccoli centri questo forse è meno sentito, ma nel posto di cui parliamo, c’è una persona che per sue vicende personali, ha percorso velocemente la scala sociale verso il basso. Nella direzione che porta all’emarginazione e al rifiuto.

Ci sono tanti modi per reagire a questa condizione una volta che ti ci ritrovi.

Il protagonista di questa piccola storia, ha deciso di offrire il tempo che avrebbe potuto spendere sdraiato sulla panchina dei giardinetti, o all’uscita del supermercato ad elemosinare una monetina, in un modo nuovo.

Ha rimediato da qualche parte una scopa vecchia, qualche straccio, un paio di flaconi di sapone e passa il suo tempo nei giardinetti della cittadina e li pulisce dalle foglie cadute, dalle cacche dei cani che padroni improfumati lasciano sul marciapiede, stappa i tombini pieni di terriccio.

Insomma fa tanti di quei lavori che gente pagata apposta, non fa o non fa abbastanza.

La gente si lamenta del degrado e lui invece, prende in mano la scopa, uno scatolone che usa come secchio e pulisce.

Pulisce. Pulisce.

Canta anche, mentre pulisce. Ripete senza disturbare, quello che ascolta in cuffia.

Non infastidisce, non chiede niente a nessuno. Quando comunica lo fa usando un linguaggio ricco e rispettoso.

Qualche volta usa il bagno di un supermercato, altre volte si arrangia con quelli pubblici. Nei bar non ci va che non ha da spendere per consumare.

Non frequenta altre persone nella sua condizione. Passa il tempo ai giardini e lungo le strade, con la sua scopa e i suoi stracci, che trasporta in un vecchio e arrugginito carrello del supermercato.

Sorride e canta. Non ferma nessuno dei passanti per scambiare due parole preso com’è dal suo impegno volontario. Non disturba, non infastidisce.

Certo un po’ spaventa perché non si capisce che tipo è e soprattutto chi glielo fa fare di pensare al decoro di una città senza avere niente in cambio. Non soldi, non approvazione, non sorrisi. Niente.

Ma lui fa così.

Pulisce. Pulisce.

Anche se in questo piccolo posto di provincia, manco questo sembra essere consentito liberamente.

Infatti un paio di giorni fa questa persona è stata aggredita, gli hanno rotto la sua scopa, sfondato lo scatolone, lanciato lontano il carrello.

Chi lo ha aggredito strappandogli anche la sua unica camicia, ha pure disperso sulle aiole appena pulite, le foglie e il terriccio raccolti.

Il giorno dopo però lui, come un santo medievale vestito di stracci, è ancora lì a pulire canticchiando e io mi domando: ma che razza di posto è quello dove succedono queste cose?

Che razza di posto è?

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