ARRIVA IL FESTIVAL DI SPOLETO

  1. Conferenza di presentazione del programma del Festival di Spoleto arrivato all’edizione numero 62.

A Spoleto dentro il teatro intitolato a Gian Carlo Menotti e il giorno dopo a Roma nei locali del Ministero della Cultura.

L’unica richiesta comprensibile, da parte dell’ottimo ufficio stampa guidato da Nicoletta Strazzeri, quella di pubblicare le notizie tutti insieme non prima delle 15, locali e nazionali.

(Anche se sul sito del Festival alle 12 era già presente l’intero programma).

L’incontro di Spoleto è nella Sala XVII Settembre.

Subito all’ingresso, l’immagine di David LaChapelle scelta per il manifesto di questa edizione.

Una bella ragazza con trasparenti ali di farfallona. Ocean of Inpirations.

Questa volta il programma è presentato prima a Spoleto e poi a Roma.

Parecchia gente presente. Al tavolo il Sindaco di Spoleto, che è anche Presidente della Fondazione Festival, vicino a Giorgio Ferrara e a Dario Pompili.

Nella cartellina stampa troviamo oltre all’elenco degli spettacoli, il comunicato del Sindaco sulla vicenda che vede gli incontri di Paolo Mieli andarsene a Napoli.

Mauro Luchetti, patron di Hdrà, ha deciso che con l’esperienza spoletina basta così.

Via. Se ne va a Napoli. Peccato.

Paolo Mieli starà qua al Festival per una giornata, ma non è la stessa cosa.

Il sindaco, a proposito di alcune affermazioni di Luchetti, dice che “… il CDA della Fondazione Festival rammenta con disappunto la grave situazione di imbarazzo determinata da alcuni eventi organizzati dal Sig. Luchetti del 2018, che hanno purtroppo, caratterizzato indagini penali della GDF, tuttora in corso“.

E il comunicato continua: “Ci auguriamo che il Rione Sanità di Napoli offra un contesto di legalità e correttezza non meno consono all’iniziative di Hdrà di quello che comunque caratterizza da sempre il Festival dei Due Mondi“.

Via, usciamo dalle polemiche che tanto uno spazio se lo prenderanno comunque da sole e cerchiamo nel programma, le proposte artistiche di questo Festival che il direttore Ferrara definisce “un’isola felice nel mare dell’arte“.

Si comincia con Proserpina. In inglese.

Testo di Mary Shelley, la stessa di Frankenstein. Musiche di Silvia Colasanti, regia di Giorgio Ferrara, scene di Sandro Chia, costumi di Vincent DArré e luci di Fiammetta Baldiserri.

Il concerto finale, vedrà sul podio Daniele Gatti che dirigerà Orchestra e Coro dell’Opera di Roma. Musiche di Giuseppe Verdi.

Il Dutch National Ballet con “Ode to the Master“. In scena 42 fra danzatori, cantanti, attori.

Al Teatro Romano il pianoforte di Stefano Bollani.

Torna Adriana Asti, con “La ballata della Zerlina”. Regia di Lucinda Childs che sarà pure in scena. “Una ballata di erotismo e ribellione”.

Torna anche Emma Dante con Edipo Re di Sofocle. In scena gli allievi attori del Teatro Biondo di Palermo.

Una interessante chicca potrebbe essere quella proposta da Jean Paul Gaultier: Fashion Freak Show.

E così via fino al 14 luglio, ultimo giorno della rassegna.

Ah, il 7 luglio, nel giorno del compleanno di Gian Carlo Menotti, ci sarà un momento per ricordare il fondatore del Festival, con un concerto di musiche del maestro. Ferrara ha detto di aver chiesto ai musicisti di imparare queste musiche per poterle suonare. Dice che non sono musiche facili.

No?

Lo stesso giorno a Piazza Duomo, Vinicio Capossela con il suo “Cantata per le creature“.

Non mancheranno come sempre i giovani allievi dell’Accademia di Arte Drammatica.

La Mama con le sue proposte, poi Corrado Augias che ci racconterà Lucrezia Borgia e tanto altro.

Insomma un Festival. Il 62°.

Comincia il 28 giugno e finisce il 14 luglio, quando in Francia è festa nazionale.

 

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