“MI STA SULLE PALLE”

Ecco, adesso và di moda un atteggiamento, più che un pensiero. Uno schierarsi più che una scelta. Un accodarsi più che un ragionamento.

E questo brutto modo di attraversare la vita, spesso individua delle vittime che hanno caratteristiche comuni fra di loro.

Poco tempo fa è toccato a Greta Thunberg, una ragazzina che ha preso sul serio tutte quelle storie sul riscaldamento del pianeta e del futuro che interessa più la sua generazione che la mia… la nostra.

A me quella ragazzina mi sta sulle palle“.

Vieni avanti Gretina“.

Secondo me è anche un po’ scema“.

…colpa dei genitori che la lasciano libera di dire stronzate in giro per il mondo invece di costringerla a studiare“.

Pensa che è pure autistica“…

Tocca a tante persone che ci mettono la faccia. Che dicono come la pensano e preoccupano proprio perché pensano, non tanto perché lo dicono.

In questi giorni è il turno di Carola Racketa. Comandante della nave che ha salvato dall’affogamento in mare una quarantina di persone e che per forzare i blocchi del governo italiano tentando di portare a terra questi sciagurati, è stata arrestata nella notte dalla Guardia di Finanza.

Anche per lei si sprecano offese, minacce, parole durissime.

Io non credo che chi comunica, in genere sui social, tutta la propria rabbia contro queste persone abbia conoscenza approfondita dei fatti.

Non credo che queste persone si siano formata un’opinione leggendo o conoscendo cosa succede, ma anzi, prendono l’onda della simpatia/antipatia, indotta da quei marpioni che nel manipolare la mente delle persone meno attrezzate, sono maestri.

E così si vota a simpatia, si minaccia per antipatia, si offende perché “…mi stai sulle palle“, si aggredisce addirittura e a volte si va oltre, perché “…io la penso così. Viva il Capitano“.

E dall’altra parte: “No invece: Viva LA Capitana“.

Penso che le vittime di questi atteggiamenti da cui pensavamo di essere al sicuro non sono solo le Greta e le Carola, ma anche chi si schiera contro di loro e contro quello che queste persone rappresentano.

Sulla stessa piazza si ritrovano a litigare vittime e carnefici, difensori e accusatori di quella o di quell’altra posizione e al balcone a guardare divertiti, ci sono quelli che dichiarano di aver sconfitto la povertà.

Pensavamo di migliorare, ma dobbiamo ancora trovare la direzione da prendere mi sa.

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