IO ANCORA SOGNO IL PALCOSCENICO

Particolare della graticcia del Teatro Gian Carlo Menotti di Spoleto

Mi sono svegliato questa mattina, che non ero sicuro di dove mi trovassi.

Il sogno era stato molto realistico.

Appena aperti gli occhi, mi sono ritrovato nel mio letto, ma fino a pochi minuti prima ero in graticcia, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, durante un Festival e parlavo con Amedeo, un bravo direttore di scena che conoscevo e con cui ho lavorato secoli fa.

Era uno di quelli bravi Amedeo.

Romano, baffoni neri, una grande padronanza del suo mestiere.

Io stavo lì in graticcia con lui e gli spiegavo che qualcuno della direzione aveva chiesto a me di aiutarlo a fare qualcosa.

Poco probabile che questa cosa potesse essere successa nella realtà, visto che quando Amedeo era in vita io ero uno dei tanti aiuti di palcoscenico.

Nessuno in quel tempo si sarebbe azzardato a darmi una responsabilità anche piccola.

La mia giornata lavorativa era tutto un correre avanti e indietro trasportando tironi, schiacciole, corde, cantinelle, prolunghe, proiettori e quanto altro mi veniva richiesto.

Spesso con un volume di voce fastidiosamente alto.

Amedeo no era gentile.

Si vedeva che era uno che amava il teatro.

Nella sua vita riuscì anche a realizzare un museo dove ha raccolto moltissime testimonianze della tecnica teatrale. Il sito se è ancora attivo dovrebbe essere: www.casadeiteatri.roma.it

Chissà che fine ha fatto tutta quella roba ormai. Se sta ancora lì o se è stata buttata.

Mi ricordo che in tournée, ogni volta che si andava in un teatro diverso, lui prendeva le misure del palco, l’altezza della soffitta, le indicazioni per lo scarico, informazioni sull’impianto elettrico e molto altro.

Un sacco di informazioni allora molto utili e ora, boh, sicuramente non più.

Comunque anche se quello di questa notte era solo un sogno, mi ha fatto piacere incontrare di nuovo l’atmosfera del palcoscenico come nemmeno me lo ricordavo più.

Ciao Amedeo.

BREVE STORIA DEL TEATRO VISTA DAL PALCOSCENICO

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