PENSIERI SCIOLTI SULL’OSPEDALE DI SPOLETO

La vicenda che vede il nostro ospedale perdere pezzi con una preoccupante velocità, avrebbe a mio avviso, bisogno di un cambio di punto di vista alla ricerca della soluzione migliore.

Sì è vero c’è chi dice che l’ospedale è ancora in piena efficienza e pure chi dice che le recenti trattative a Perugia hanno prodotto positivi risultati che nessuno pensava di poter riportare a casa.

Ma è sotto gli occhi di tutti che la promessa della presidente Tesei…riporteremo tutto come e meglio di prima della trasformazione in struttura Covid.” non è stata mantenuta. Non ancora.

E purtroppo, a parte le troppe chiacchiere, non sembra che lo potrà essere a breve, almeno non con questa gestione.

Sarà colpa di una modesta capacità di trattativa da parte di chi è stato delegato a farlo?

Sarà colpa di posizioni personali che faticano a vedere l’interesse di tutti?

Sarà l’impostazione politica generale che vuole ormai avvantaggiare la sanità privata a danno di quella pubblica?

Che sarà?

Boh, io francamente non saprei.

Forse è un po’ di tutto a fare in modo che questo nostro ospedale fino a pochi anni fa considerato al pari di una clinica svizzera, si ritrova depotenziato, stanco, appoggiato per gran parte sulla disponibilità e professionalità delle persone che lì lavorano.

Sembra che le istituzioni continuino a vedere questa come una situazione scomoda da cui non si riesce a scappare.

Allora come si può fare per ripartire, e magari anche aumentare il numero di professionisti motivati nell’ospedale di Spoleto che ha strutture, attrezzature (alcune addirittura mi dicono spente) che rischiano di invecchiarsi a vuoto, personale medico e paramedico di grande qualità purtroppo sottovalutato dalla politica?

Come si può fare?

Io la butto là.

Si potrebbe affidare la gestione dell’ospedale, ad una delle organizzazioni internazionali che si occupano della salute degli ultimi, senza chiedere nemmeno un centesimo agli enti pubblici.

E chi sono questi pazzi?

Beh, per esempio Emergency così si comportava quando era guidato da Gino Strada e penso che anche adesso faccia lo stesso.

Ma ci sono pure i Medici Senza Frontiere e tutte le associazioni che si occupano di curare adulti, mamme, bambini, o feriti nelle troppe guerre… Si potrebbe anche coinvolgere più di una organizzazione.

Di posto ce n’è. Pure troppo.

Insomma di associazioni ce ne sarebbero, basta contattarne qualcuna e cercare di capire se ci sono i presupposti per collaborare.

Questa proposta, per la verità, l’avevo già fatta anni fa a molti di quei politici e capipopolo che ancora oggi parlano di ospedale ottenendone solo risultati elettorali per loro stessi. E basta.

Nessuno di questi personaggi a quel tempo mi diceva di no, ma nessuno di loro faceva un passetto per almeno provare.

Poi ho letto da qualche parte che la maggior parte dei soldi pubblici (oltre l’80% ?) in Umbria vanno a finire nella sanità e allora, se fosse vero, diventa più facile capire perché questa situazione a qualcuno potrebbe anche far comodo.

Insomma se da una parte si tira verso la sanità privata, Spoleto potrebbe distinguersi spingendo dalla parte opposta e mettere a disposizione degli ultimi (quelli veri) una struttura importante, dei macchinari ancora operativi, oltre al personale sempre sensibile e capace.

Sarebbe da parlare dei dettagli, ma secondo me in un mondo un po’ meno imperfetto del nostro, questa idea si potrebbe valutare.

Dice: ma poi Spoleto ti si riempie di disperati.

E come facciamo?

L’immagine della città del Festival Dei Due Mondi ne verrebbe orrendamente mutilata e storpiata.

Beh, intanto la città si riempirebbe che non è male rispetto al deserto di oggi, ma ci si potrebbe strutturare per trasformare il problema in opportunità.

Per esempio ci si potrebbe organizzare con dei corsi per insegnare le varie lingue europee, insieme ad un mestiere fra quelli richiesti nei paesi di questo continente, in vista di una possibile collocazione nelle nazioni che lo compongono.

Scuole che riaprono, insegnanti che lavorano, opportunità di sviluppo, finanziamenti europei che arriverebbero per soluzioni umanitarie ma anche funzionali al mondo che cresce e cambia.

Dal contadino all’artigiano, fino alle attività più complesse. Corsi per integrare e formare la conoscenza di chi arriva qua. Evitando di tenerli sui barconi o nei centri di accoglienza. O peggio ancora nei lager libici.

Sarebbe pure questa una brutta idea? (Spunto preso da trasmissioni tv di qualche tempo fa. Il link al programma RAI e alle soluzioni, sta QUA).

Non si può fare? Mancano i soldi?

Non è vero. I soldi sono in Europa pronti proprio per questo scopo e chi si occupa di gestire la vita di tutti dovrebbe trovare il modo di usarli.

Certo ci vorrebbe almeno uno straccio di progettino oltre alla voglia di farlo, magari rinunciando a qualche piccolo privilegio.

E qui la vedo complicata.

Un commento su “PENSIERI SCIOLTI SULL’OSPEDALE DI SPOLETO”

  1. Una idea eccellente che creerebbe una grande opportunità civile e non solo per la città. Le resistenze sarebbero epiche, ovviamente.

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