I MESTIERI DEL PALCOSCENICO

C’è sempre un po’ di confusione nel riconoscere i mestieri di chi lavora dietro le quinte in teatro.

Faccio un po’ di chiarezza specificando che parlo di prosa, balletto, opera.

Quindi non cinema, televisione o pubblicità che hanno altre competenze e a volte anche se si chiamano nello stesso modo, i mestieri funzionano in un altro modo.

Allora cominciamo. I ruoli li racconto per come mi vengono in mente non in ordine di importanza eh.

Il Direttore di Scena (o di palcoscenico) è quello che funziona da collegamento, da cerniera, fra la parte artistica e quella tecnica. È la persona che ha la responsabilità del posizionamento della scenografia e quella che quando serve è chiamata a prendere decisioni importanti come per esempio eliminare parti di scena che in quel teatro proprio non ci vanno e roba del genere. Assegna i camerini secondo l’importanza dell’artista. Il Direttore di Scena è quello che da “i segnali” cioè avverte quando manca mezz’ora, un quarto d’ora, 5 minuti all’inizio dello spettacolo. Poi da il “Chi è di scena” che vale come inizio della rappresentazione. Questo viene da quando le compagnie non erano ricche e l’unico orologio era quello che il produttore dava al direttore di scena e tutti dietro a quello.

Il Direttore di Scena, nelle compagnie con maggiore disponibilità, ha una persona che lo aiuta che si chiama Attrezzista.

È quello che si occupa di tutto quanto non è scenografia o costumi. Quindi se c’è un tavolo in scena, è roba sua, le coperte del letto, il lampadario, soprammobili, liquori (finti) cibi da consumare in scena. Insomma tutto. Un lavoro particolare quello dell’attrezzista che deve avere competenze in molti campi. È anche quello a cui ci si affida per le riparazioni di oggetti di scena e anche quello che sistema tutto fino a un attimo prima dell’apertura del sipario. Nel teatro di qualche decennio fa si chiamava “trovarobe”. Quando le compagnie viaggianti non potevano portarsi oggetti ingombranti, come per esempio un tavolo, ci pensava il trovarobe a trovarlo e poi a restituirlo.

Il Macchinista è la persona che monta le scenografie. Esiste anche il Macchinista Costruttore che lavora nel laboratorio di scenografia alla realizzazione delle scene che poi verranno montate sul palco. Si occupa dei tiri, cioè le corde che scendono dalla soffitta per appendere luci, fonica e scene. È responsabile della praticabilità e sicurezza delle parti dove gli artisti devono camminare.

L’elettricista è la persona che monta l’impianto di illuminazione dello spettacolo e anche quello che deve interpretare lo spazio ogni volta diverso quando si cambia teatro, per restituire allo spettatore le stesse situazioni realizzate con il regista.

Il Light Designer o come si chiamava fino a poco tempo fa il “Datore Luci” è la persona che inventa le luci dello spettacolo e in collaborazione con il regista e a volte anche con lo scenografo, colora la scena e l’azione scenica.

Il fonico è il tecnico che si occupa della riproduzione audio dello spettacolo. Quindi registrazioni e microfoni quando necessari. Ricordo che Carmelo Bene aveva una grande attenzione per l’audio e infatti assumeva i migliori fonici su piazza. Erano veramente professionisti speciali, almeno quelli che ho incontrato io lavorando con quel fenomeno di Carmelo.

La sarta si occupa della cura e della manutenzione dei costumi di scena, oltre che di assistere gli artisti nei cambi d’abito.

L’amministratore di compagnia è la persona che rappresenta il produttore. Paga, incassa, controlla i biglietti e prepara tutte le carte che servono. Quando c’è un problema che si può risolvere pagando, tutti lo chiamano. Quelli bravi seguono anche le fasi dello scarico oltre che del montaggio.

Il suggeritore. Mestiere ormai sempre più lasciato indietro ha rivestito e secondo me ancora riveste, un ruolo fondamentale per la riuscita dello spettacolo.

La sicurezza che infonde il suggeritore bravo, aiuta l’attore a dare il meglio. Una volta questo ruolo veniva chiamato “Souffleur”, (o Souffleuse al femminile) prendendo dal francese la parola che rende l’idea di chi soffia le parole verso gli attori.

Uno degli ultimi suggeritori che ricordo, si chiamava Vittorio (ometto il cognome magari vah) veneziano, attore molto capace, che si era prestato per amicizia a fare il souffleur per Marcello Mastroianni nel suo ultimo spettacolo in teatro.

C’ero anche io e Vittorio, durante lo spettacolo, invece di suggerire le battute, chiedeva a Mastroianni dove volevamo andare a cena dopo lo spettacolo. Parlava di ricette e altro.

Mastroianni si divertiva molto e continuava a recitare come se niente fosse. Poi alla fine dello spettacolo e dopo a cena, ci facevamo quattro risate con questi scherzi innocenti fatti da Vittorio a Marcello.

Certo che recitare avendo nell’orecchio in cuffia uno che ti parla di coda alla vaccinara, solo i grandi ci riescono. E Mastroianni era grandissimo. Ce n’ho un ricordo bellissimo.

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