ROMAN POLANSKI A SPOLETO

Spoleto 1988.

Teatro Nuovo. Uscita del palcoscenico.

Appena finito il montaggio della scenografia dello spettacolo “Metamorfosi” di Kafka. Regia di Steven Berkoff.

Protagonista Roman Polanski che torna a Spoleto dopo anni.

Aveva infatti portato in scena e diretto proprio qua la Lulù di Alban Berg. (nella foto il manifesto del 1974).

Regista famosissimo e pluripremiato, Polanski, protagonista di fatti terribili in America, ma anche di grandi film, venne a Spoleto per raccontare il suo Kafka.

Fuori dall’uscita degli artisti due tecnici che si riposavano dopo la fatica del montaggio.

La scenografia dello spettacolo era formata da un grande cubo di tubi metallici, dentro il quale l’attore si dibatteva per tutta la durata della pièce.

Mentre i due tecnici parlottavano, dalla via a destra salivano due persone.

Uno dei due tecnici fa all’altro che si chiama Vittorio:

Vittò, guarda un po’ chi arriva”…

Le persone che stavano salendo per la stradina erano il regista con a fianco la bellissima Emanuelle Seigner che sarebbe poi diventata sua moglie.

Lui, Polanski, si notava solo se sapevi chi era.

Lei invece, vestita con solo una calzamaglia aderente color carne che mostrava molto, attirava forte l’occhio. Diciamo che si notava di più.

Vittorio non aveva una vista perfetta purtroppo per lui.

Risponde Vittorio:

Chi arriva”?

Beh, intanto quella a sinistra è un’attrice famosa vestita … brrr… lui, quello a destra, invece è Roman Polanski”.

Chi”? Fa Vittorio.

Ma come chi? Roman Polanski. Protagonista dello spettacolo che abbiamo appena montato, regista premio oscar e famoso nel mondo”.

Mai coperto” modo elegante per dire che non lo conosceva.

Comunque il regista e l’attrice passano vicini ai due tecnici spoletini, poi si bloccano, Polanski guarda verso di loro ed esclama:

Vittorio, come stai? Che piacere vederti. Come te la passi”?

Chi cazzo sei tu”? La risposta di Vittorio.

Ma come… sono Roman, non ti ricordi? Sono stato qua per la Lulù anni fa. Abbiamo fatto tante bevute insieme… Non ti ricordi”?

No”!

Ma come, insiste il regista. Andavamo tutte le sere in quel posto a fare baldoria, dai che ti ricordi”.

Alla fine Vittorio, che non ne poteva più, risponde che sì… si ricordava e la chiude lì.

Quando regista ed attrice si allontanano, Vittorio chiede al collega:

Ma mica ho capito sa. Chi era quello”?

Sembra la barzelletta famosa di quello che vede alla finestra il Papa e il suo amico e chiede “Chi è quello vestito di bianco vicino a Gigetto”, ma stavolta non è una barzelletta.

Tutto vero.

Spoleto in quegli anni era così.

Di Vittorio non ce n’erano tanti, ma qualcuno ne girava e si mescolava con naturalezza alle celebrità che arrivavano qua dal mondo.

Forse anche questo modo di essere ha contribuito a costruire il fenomeno mondiale che è stato il Festival dei Due Mondi.

Oggi forse ci vorrebbe qualche altro Vittorio, ma non è facile.

Ah questo piccolo racconto poteva essere molto più lungo se io non avessi censurato tutte le parolacce con cui Vittorio condiva i suoi discorsi, ma mi sa che è meglio così.

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Un commento su “ROMAN POLANSKI A SPOLETO”

  1. Vittorio,chi? Forse Chiucchiuvicchiu?
    Che lavorava da anni nei teatri?
    Comunque se Lui,era proprio cosi’.
    Ma non era solo a Spoleto a snobbare i personaggi famosi che arrivavano in Citta’.Una specie di rivalsa.Dopo atavici periodi bui di Citta’ dimenticata,nonos
    tante alcuni secoli di splendore.

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