GLI ORTI DEL SOLE

Qualche tempo fa mi è capitato di andare in Cina. A Pechino esattamente.

Si è trattato di un viaggio di pochi giorni che però mi ha consentito di visitare la gran parte delle maggiori attrazioni turistiche e storiche di quella città.

Un posto, Pechino, dove tutti i numeri sono esagerati.

Le auto che arrivano in città ogni mattina sono milioni. Le persone che può contenere la Piazza Tien Anmen sono anche loro un milione, le auto immatricolate ogni giorno sono qualche decina di migliaia e così via.

La guida cinese si divertiva a vedere la nostra espressione stupita ogni volta che buttava là un numero che per noi era sempre esagerato.

La stessa guida però non sapeva niente, o almeno così diceva, di quello che nell’89 successe nella piazza principale di Pechino, quando il Governo Cinese soffocò brutalmente la rivolta degli studenti.

Vabbè.

Durante il giro, la guida ci ha voluto far vedere un giardino dove si ritrovavano parecchie persone per seguire lezioni di Tai Chi una specie di ginnastica composta di movimenti lentissimi adatta per persone mature.

C’erano quella mattina tre-quattrocento persone che seguivano le indicazioni del maestro.

Ginnastica sì, ma soprattutto motivo di socializzazione.

Le persone si incontrano, si scambiano parole, sorrisi, poi fanno ginnastica e migliorano il proprio stato di salute.

E il Servizio Sanitario Cinese risparmia.

A Spoleto esiste una cosa del genere. Un posto che offre un’esperienza del tipo dei giardini di Pechino.

Sono gli Orti del Sole. In via San Carlo.

Si tratta di micro appezzamenti di terreno dati in concessione a pensionati, dove è possibile coltivare ortaggi locali.

C’è l’acqua a disposizione, ci sono anche dei tavoli con le panche per sedersi e fare merenda, e soprattutto c’è l’occasione di scambiare due chiacchiere e non sentirsi soli.

Il costo di questa concessione è una cifra annuale di pochi euro.

Una tassa simbolica per un’idea grandiosa, attiva a Spoleto da molti anni.

Altro che i cinesi.

Per avere in concessione uno di quei fazzoletti di terra da coltivare, bisogna chiedere in Comune.

E quello che produci te lo porti a casa.

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