SERVE ANDARE A VOTARE?

Se qualcuno ti dicesse che pensa alla sanità privata come la soluzione dei problemi di salute dei cittadini del paese, tu saresti d’accordo con lui?

Facciamo un po’ il punto:

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La sanità privata è destinata a chi se la può pagare, quella pubblica invece è aperta a tutti.

Con quella pubblica tutti si possono curare efficacemente a prescindere dal reddito, dalla posizione sociale, da come la pensano politicamente, da qualunque sia l’orientamento sessuale, di qualunque razza siano.

A parte che Einstein che è famoso per non essere stato un coglione quando, mentre riempiva un modulo dove gli si chiedeva di che razza fosse, lui rispose “umana“.

Comunque se pensi che è meglio discriminare sulla salute in base alla posizione economica del malato, puoi votare quei partiti che spingono verso la privatizzazione.

Dice sì, ma non c’è problema perché andare verso la privatizzazione della sanità significherà pagare meno tasse e soprattutto essere garantiti dall’assicurazione appunto sulla salute.

Ma le assicurazioni come sappiamo, sono una specie di scommessa. L’assicurazione insomma scommette che tu non starai male nel periodo durante il quale sarai coperto dalla polizza.

Se l’assicurazione sa che tu stai già poco bene, semplicemente non ti assicura.

Se sa che sei a rischio malattia, come per esempio è il caso di chi è malato oncologico, non ti assicura.

Le assicurazioni lo fanno già anche con chi ha troppi incidenti in auto. Se sospettano che potrai avere nuovi incidenti, perché ce ne hai già avuti parecchi, non ti assicurano.

La sanità pubblica invece, non ti vieta di integrare con il ricorso al privato, ma ti assiste comunque e con costi distribuiti fra tutti i componenti della società, secondo il reddito. Cioè chi più ha più partecipa alla spesa sanitaria, come dice la Costituzione. (Art. 32)

Allora se chi pensa che la soluzione è la sanità privata decide di candidarsi alle elezioni, si ha un corto circuito.

Questo candidato infatti chiederà il voto dei cittadini per realizzare il suo programma che prevede appunto lo smantellamento della sanità pubblica a vantaggio di quella privata. La sanità destinata ai cittadini.

Come si fa a far funzionare la sanità privata?

Facile, basta non far funzionare la pubblica. Rendere difficile la vita degli operatori sanitari, dei medici, abbassare l’etica nel lavoro, spostare l’interesse dalla salute del paziente al guadagno del privato.

Per esempio se da politico che guarda con simpatia al privato ti occupi dell’ospedale di Spoleto che è (era) un ospedale completamente funzionante, farai del tutto per impoverire l’offerta di quella struttura, per concentrare da un’altra parte i servizi principali e le risorse.

Se tu elettore voti il candidato che preferisce la sanità privata e poi quello privatizza, come fai tu ad arrabbiarti se impoveriscono le strutture pubbliche della tua zona?

C’è qualcosa che non funziona in questo ragionamento no?

Lo stesso vale per la scuola, per il sociale, per lo sport, per la sicurezza.

Tutti noi abbiamo chiari i partiti che vedono la soluzione nel privato. Sono quei partiti che spesso, finanziati proprio anche dalle aziende interessate, scendono in campo con campagne elettorali molto aggressive e intense.

Gli altri, spesso a causa di una motivazione forse più modesta e di risorse meno importanti, sembrano spendersi un po’ di meno e per questo a volte risultano meno credibili.

I primi lasciano intendere che vinceranno loro e l’elettore distratto, che ama buttarsi con il vincitore, tenderà a non considerare chi potrebbe sviluppare una politica etica, ma se arriverà all’urna distratto, sarà tentato di sostenere chi dichiara di lavorare contro la distribuzione omogenea del sociale.

Insomma se voti chi dice che bisogna passare al privato, poi se ti chiudono l’ospedale pubblico o se non trovi posto per una visita e devi ricorrere alle visite a pagamento, non dire che non ce lo sapevi.

Lo stesso discorso vale quando si parla di guerra. C’è chi sostiene che più armi servono ad avvicinare alla pace. Io fatico a capire questa posizione.

Insomma mi rendo conto di fare un discorso semplice semplice, sulla sanità, sulla pace, sul sociale, ma è un discorso su cui credo ci sarebbe da riflettere.

Quindi bisogna andare a votare. Per forza, sennò ci vanno altri che magari la pensano al contrario di noi e però decidono per tutti, ma bisogna anche scegliere di sostenere chi parla di pace invece che di guerra, chi non considera il mercato come il Dio a cui ispirarsi, chi sostiene la sanità pubblica e fa del tutto per farla funzionare, chi pensa che la scuola sia un diritto di tutti e non solo delle classi ricche, chi pensa che qualcuno ha il diritto di campare meglio di qualcun altro solo perché può pagare.

Se riesci a capire chi sono quelli giusti per te, votali.

Non saranno quelli che risolvono tutti i problemi di questa nostra società zoppa, ma almeno non faranno altri casini, altre guerre, altre chiusure, altre discriminazioni.

Pensiamoci insomma quando ci ritroveremo nella cabina elettorale con la matitina in mano per fare la crocetta al posto giusto.

Non ci lasciamo condizionare da chi sembra essere il più forte secondo i sondaggi. Facciamo in modo che le idee siano più forti delle chiacchiere furbe.

E pensiamo pure che l’Europa è quella che da le direttive anche per le politiche dei singoli paesi, Italia compresa, quindi i politici da mandare sui banchi di Bruxelles dovranno essere quelli giusti.

Attenzione a cosa dicono tutti i candidati quando parlano di programmi.

Facci la tara e poi decidi.

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