QUANTE PERSONE LAVORANO PER UNO SPETTACOLO?

Ieri un amico mi ha spedito la foto di quando lavoravamo insieme in una compagnia teatrale.

Mi ha fatto piacere ritrovarmi giovane e magro, insieme a tanti amici.

Però questa cosa mi ha portato a fare delle considerazioni sul momento che sta passando adesso il mondo dello spettacolo nel quale ho bazzicato per una trentina di anni.

A causa del Corona Virus, sono stati sospesi tutti gli spettacoli dal vivo.

Per ogni produzione, insieme ai nomi di maggiore rilievo, quello dell’attore che chiama pubblico, ci sono tanti altri soggetti senza i quali lo spettacolo non potrebbe andare in scena.

Forse adesso potrebbe essere cambiato, ma quando lavoravo io in quel mondo, una compagnia teatrale aveva un gruppo di tecnici molto numeroso:

Macchinisti, Elettricisti, Fonici, Direttori di scena, Attrezzisti, Sarte, Amministratori, Suggeritori, Trasportatori, Lighting designer, Costumista e poi musicisti e danzatori, quando lo spettacolo lo richiede.

E ancora tutti gli altri attori che insieme ai ruoli principali, muovono la commedia.

Senza contare poi lo scenografo e il laboratorio di scenografia con tutti i suoi pittori, falegnami, scenotecnici, scultori, progettisti. Gli aiuti per il regista, per lo scenografo, per il costumista, per l’autore delle musiche.

E poi ancora gli uffici della produzione e l’ufficio stampa.

Le sale prova, il personale del teatro a partire dal custode, fino a chi si occupa della manutenzione, della sicurezza e della pulizia, della gestione del bar, le mascherine, il direttore del teatro, i Vigili del Fuoco.

La biglietteria, con il personale che si occupa delle prenotazioni, dello smistamento dei biglietti, della prevendita, fino allo sbigliettamento poco prima dello spettacolo.

Dimentico sicuramente qualcuno e me ne scuso, ma già questo piccolo e non completo elenco, aiuta a capire che per un nome importante che “fa ditta” come si dice e che chiama pubblico, ce ne sono altre decine che rendono possibile l’andata in scena dello spettacolo.

Adesso tutto è bloccato. Niente. Tutti fermi. Tutti a casa.

Io non sono in grado di dire di chi è la colpa e se tutto questo si sarebbe potuto prevedere per evitarlo, ma rimane il fatto che adesso la situazione si sta avvitando intorno a un momento definitivo e pericolosissimo.

Ricordo quando secoli fa, Gabriele Lavia, per lanciare un evento dirompente propose all’allora responsabile del Teatro Eliseo Nunzio Meschieri, di bloccare tutti gli spettacoli per un anno.

La sua proposta era quella di saltare una stagione così la gente si sarebbe resa conto della mancanza del teatro e quindi dell’importanza di questa arte.

Nunzio rispose, strizzando a me l’occhiolino, “…Gabriele, attenzione che se chiudiamo adesso, non ci fanno riaprire più”.

Magari aveva ragione lui e torto Gabriele. Chissà.

Fatto sta che non mi piacerebbe oggi scoprire che la gente è convinta del fatto che si vive anche senza teatro.

Non è vero che si vive. Si mangia, si passeggia, si lavora, si dorme, ma non si vive.

Senza la cultura in genere e senza il teatro in particolare, il nostro mondo farebbe un salto indietro di millenni.

E allora per tornare a vivere ci vuole un progetto, un’idea, e soprattutto la volontà di aiutare il teatro non a tornare come prima, con l’affanno, ma a crescere e a riprendersi il ruolo vitale che gli spetta in una società migliore di quella che ci ha portato fino a qui.

Viva il Teatro vivo.

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Mi hanno chiesto di dare un nome alle persone nelle foto.

Quelli nella seconda, alla base dell’articolo sono:

In piedi da sinistra

Vittorio Pregel suggeritore.

Furio Bordon autore della commedia.

Giorgio Locuratolo attore.

Angela Anzimani sarta storica di Marcello Mastroianni.

Piercarlo Mauri macchinista.

Maurizio Capitini. Fonico che mi ha fatto avere queste foto.

Accucciati da sinistra

Domenico Maggiotti Lighting Designer

Moreno Carlini elettricista.

Guido Pellegrini direttore di scena.

Erika Blanc attrice.

Marcello Mastroianni attore.

Margherita (Maggie) Montagna amministratrice.

Giulio Bosetti regista.

Graziano Gregori scenografo.

La foto è stata scattata sul palcoscenico del Teatro Goldoni di Venezia.

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