ALLORA, VEDIAMO SE HO CAPITO BENE:

  • Gennaio, febbraio 2020: Si scopre che da qualche parte nel mondo, in Cina prima che in altri posti, esiste un virus terribile che attacca l’uomo, aggredisce i polmoni, gli impedisce di respirare e lo ammazza.
  • Il virus, che si chiama Corona come la birra, si diffonde da persona a persona viaggiando sulle goccioline che si emettono parlando o semplicemente respirando. Si intrufola nell’organismo attraverso le mucose, le lacrime, la saliva. Per proteggersi serve stare ad una distanza minima di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone. Se le persone invece che parlare, strillano i metri diventano almeno due.
  • In Cina per contrastarne la diffusione si chiudono tutti in casa e si fermano le attività produttive che necessitano di contatto fra le persone.
  • L’Europa blocca i voli da e per la Cina.
  • Scoppia un focolaio pure da noi in Italia. Si isola la zona.
  • Secondo focolaio, altro isolamento.
  • Il virus si diffonde in tutta Italia più che altro in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna.
  • Scatta l’isolamento totale. Tutta l’Italia si protegge riducendo al minimo il contatto fra le persone. Tutti restano in casa ed esce solo chi deve farlo per motivi urgentissimi e i furbi. I medici e il personale sanitario rischiano la vita sul campo e qualcuno purtroppo muore cercando di aiutare gli altri. Le forze dell’ordine pattugliano con efficacia le strade.
  • L’operazione distanziamento sociale dopo un paio di settimane, sembra funzionare e lentamente i contagi cominciano a rallentare. Non si fermano: rallentano.
  • I morti adesso sono meno di prima ma sempre qualche centinaio al giorno. Però meno di prima.
  • Mancano le mascherine e i camici e i guanti. Dice ma come le mascherine? Facciamole no? Non si può, tocca comprarle dalla Cina, ma non arrivano e poi c’è chi fa il furbo vista l’emergenza. Si aprono inchieste, si costruiscono ospedali nuovi anche se ce ne sono che potrebbero essere adattati. Si fanno tante chiacchiere. Si nominano esperti che nominano vice e sottovice.
  • Intanto camion militari trasportano centinaia di bare di persone che sono morte da sole, senza un conforto. Portano i corpi a cremare in regioni che hanno posto visto che in Lombardia stanno messi male. Le vittime del Covid 19 torneranno in un barattolo che verrà consegnato alle famiglie dalle autorità.
  • Intanto noi siamo tutti in attesa che la scienza, quella che manda i cervelli all’estero e che si vede sempre ridotti i fondi per la ricerca, trovi una cura e il vaccino che ancora però purtroppo non esistono.
  • Tutti davanti alla TV cerchiamo di capire e anche noi conduciamo la nostra battaglia contro la diffusione della pandemia, però in pigiama e ciabatte. Impariamo tutti a fare il pane e la pizza. Scopriamo le videochat e chiacchieriamo tutto il giorno con persone che non sentivamo da anni.
  • L’isolamento continua a produrre un abbassamento del numero dei contagi, che comunque non si arrestano. Si abbassano, ma non si fermano. Continuano a morire centinaia di persone al giorno.
  • A questo punto che facciamo noi? Rimaniamo tutti in casa e continuiamo con il distanziamento sociale che è l’unica arma che abbiamo a disposizione e che ha dimostrato di funzionare?
  • Macché: aspettiamo il 4 maggio perché per quella data è stato concesso, dal Governo Nazionale, un piccolo alleggerimento dell’isolamento.
  • E la gente come lo prende? L’aria che si respira è quella che sembra gridare: “la guerra è finita, finalmente siamo tutti liberi di tornare alla vita di prima”.
  • Intanto in Calabria, la governatrice appena eletta consente l’apertura di alcuni negozi e bar che il Governo Nazionale ordina invece che rimangano chiusi per non ricominciare tutto da capo. Da altre parti, in altre città d’Italia, si fanno cene e pranzi di gruppo, si balla insieme per strada e sui tetti, convinti che l’obiettivo è schivare i controlli non quello di evitare il contagio.
  • E fra una quindicina di giorni (il periodo di incubazione del virus) potremmo essere costretti a dover contare i nuovi contagiati che si sarebbero salvati se fossimo rimasti prudentemente tutti in casa per uscire, con molta attenzione, solo quando non se ne può fare a meno.

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