ESCO PER LEGGERE UN LIBRO

Non mi va di rimanere chiuso in casa.

Ho un nuovo libro da iniziare e vorrei cominciare a prenderci confidenza in un posto bello. All’aria aperta.

Allora lo infilo in una borsa che metto a tracolla ed esco.

Prendo le scale mobili in discesa per raggiungere il piano terra da dove parte il lunghissimo tapis-roulant che porta all’ascensore del Giro della Rocca.

Lungo il percorso non incontro nessuno a parte le efficienti signore che si occupano delle pulizie di questo straordinario impianto.

La musica è a volume vigoroso. Musica brasiliana che nella solitudine del tunnel non fa allegria. Sul tapis-roulant ti viene da cantare “Ujejé Ujejé” seguendo il ritmo, giusto per farsi compagnia.

Finalmente arrivo al Giro della Rocca. Sì forse potrei andare in biblioteca a leggere, un altro posto speciale, ma francamente non ricordo gli orari di accesso e arrivarci per trovarla chiusa non mi va.

Poi non c’è più manco il bar ormai. Chiuso perché… già: perché è stato fatto chiudere?

Sì c’erano un po’ di argomenti con cui gli amministratori comunali hanno portato verso questa condizione ma non me li ricordo bene. Meglio che non me li ricordo mi sa.

Ci sarebbe pure piazza del Duomo dove sedersi per leggere, ma no. Meglio il giro. Senza macchine, senza motorini e con meno distrazioni. Giusto qualche ciclista stretto nella tutina colorata a dispetto del sovrappeso.

Le biciclette che girano qua, sono quasi sempre modelli costosi, recenti. Se ne vedono molte a pedalata assistita, che ormai si sopportano. Non fanno rumore.

Prima di arrivare qui, all’ingresso delle scale mobili ho incontrato un commerciante:

Allora ti sei vaccinato poi“? Gli ho chiesto io.

Ma secondo te serve? E la mascherina ha un senso indossarla per proteggersi da questa finta pandemia“? Mi ha risposto lui.

E visto che i vaccini e le mascherine secondo quel commerciante sono inutili, ha cambiato discorso e attaccato con la proposta di attrezzare in zona un posto dove i clienti possano lasciare la macchina per una mezz’oretta che consentirebbe loro di prendersi un caffè o fare qualche acquisto.

Giusto.

Ormai le scelte che si fanno nella gestione delle regole, non tengono più sufficientemente conto delle legittime esigenze dei commercianti del centro storico che continuano eroicamente a tenere le luci accese anche durante il Covid.

Vanno aiutati e di brutto. Bisogna pensare a delle soluzioni, meglio se intelligenti.

Solo che se le soluzioni devono essere di livello, chi dovrebbe proporle?

Dopo anni che sentiamo politici, per la verità molto modesti rispetto alle esigenze del territorio, che si affannano a fare l’elenco dei problemi e non portano idee risolutive, speriamo nei commercianti e nei passanti. Magari possiamo chiedere pure ai turisti, chissà.

Al giro della Rocca sembra di essere in pieno Lock-Down. Si sentono gli uccellini che fischiettano NON spaventati dalle persone che tanto non ci stanno. Passeggio da solo.

Anzi no, al giro della Rocca adesso vedo che un paio di persone a quest’ora ci sono. Camminano a passo spedito con la cuffietta nelle orecchie. Ascoltano musica forse, ma si perdono i suoni dell’ambiente.

Cercando il posto giusto dove fermarmi per iniziare il mio libro, passo davanti al Ponte delle Torri. Un monumento grandioso.

Chissà se adesso nel mondo esiste qualcuno che potrebbe avere la visione di costruire un colosso del genere.

Dice beh, ma adesso non ci stanno gli schiavi. Come lo fai un altro Ponte delle Torri?

Non è che gli schiavi non ci sono. Il fatto è che oggi fanno altro: portano le pizze, fanno lavoretti e stage, si aggirano in zone dove si opera “senza budget”. Non è che non ci sono. Non vengono impiegati in opere come questa. Anche perché non c’è nessuno che ha il coraggio di sognarsela una meraviglia così.

Comunque il ponte è chiuso ormai da anni durante i quali è riuscito a far fuori due sindaci.

Uno purtroppo caduto sul campo, l’altro sfiduciato da parecchi consiglieri di opposizione e anche da qualcuno dei suoi.

Intanto il ponte rimane chiuso. Per motivi di sicurezza dicono. Per controlli dopo il terremoto.

Un formidabile attrattore turistico, chiuso. Gruppi di turisti che hanno annullato le prenotazioni negli alberghi della città, perché il ponte che è anche passaggio fra la città e i percorsi per cui molti turisti, spesso stranieri, vengono qua da noi, è chiuso.

Aggredito dalle erbacce. Abbandonato. Lasciato solo. Chiuso.

Ma diciamocela tutta: a noi bastano i complimenti che ci fanno quelli che apprezzano la bellezza di Spoleto e ce la raccontano, loro, come se c’entrassimo qualcosa noi.

Non pensano, loro, che noi siamo quelli che questa bellezza la lasciamo sfiorire, che chiudiamo il ponte, che fatichiamo a tenere aperta la Rocca, che ci incazziamo su tutto, che ci facciamo sfilare l’ospedale e altri servizi importanti, che confermiamo amministratori molto spesso mediocri… non ci pensano loro che noi siamo fatti così.

Comunque pure io non faccio eccezione: oggi mi contento del panorama e al libro ci penserò domani.

Mo mi godo la primavera, i colori e la poca gente che passa davanti alla targa dove pure Wolfgang Goethe ci fa i complimenti.

Grazie Goethe. Visto che bella città che c’abbiamo?

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