TERRITORIO VASTO, MA POVERO

Ho avuto bisogno di rinnovare il mio passaporto scaduto.

Per la verità ho fatto passare un po’ di tempo, che tanto durante la pandemia non mi sarebbe servito, quindi ho aspettato fino ad ora.

Avrò bisogno del mio passaporto, salvo sorprese, solo a partire dall’inizio del 2023, quindi me la posso prendere comoda.

Degli amici mi dicono che non è più come una volta che si andava in commissariato qui a Spoleto per prendere i moduli da compilare e le istruzioni per pagare le tasse del documento.

No. Pare che adesso non sia più così.

Oggi bisogna prendere un appuntamento on line, scaricare quello che serve e poi andare in commissariato il giorno e l’ora giusta, con tutta la documentazione pronta.

Allora, io ad ottobre mi sono seduto davanti al mio computer per scoprire che il primo giorno disponibile era a gennaio (tre mesi dopo) e nemmeno a Spoleto, ma a Perugia.

Vabbè, se non si può fare altro… pazienza. Prendo l’appuntamento a Perugia.

Qualche giorno dopo, i soliti amici, mi dicono di provare di nuovo che ogni tanto si libera qualche posto.

Infatti trovo posto a Foligno (e non più a Perugia) e a novembre, non più a gennaio.

Beh, via, non è andata malissimo.

Meno veloce di una volta, ma meglio di come si era messa.

Cancello l’appuntamento di Perugia e prenoto per la data più vicina.

Questa mattina sono andato a Foligno, con la mia cartellina piena di marche da bollo, bollettino pagato alle Poste, fotocopie, documenti vari, moduli firmati e tutto quanto richiesto.

Il Commissariato di Foligno sta in un posto facilmente raggiungibile. Davanti c’è un parcheggio a pagamento.

Mascherina obbligatoria per entrare. Personale gentile. Tanta gente in fila.

Documenti consegnati. C’era tutto.

Riceverà una mail per sapere quando tornare a prendere il suo nuovo passaporto”.

Grazie. Esco.

Passeggiata per il corso.

Mi prendo qualche minuto per sedere in un bel bar.

Mi gusto la colazione mentre guardo il passaggio delle persone. Più di quelle che girano a Spoleto, ma sempre poche.

Continuo la mia passeggiata per il centro e scopro che pure qua a Foligno i negozi chiusi sono tanti.

Troppi.

Come a Spoleto.

Siamo tutti nello stesso barcone.

Più avanti prendo un giornale e il pane, così non avrò bisogno fermarmi dopo e poi mi faccio catturare da una vetrina e mi compro qualcosa.

Con me in fila per il passaporto al commissariato, questa mattina, c’erano parecchie persone e immagino che molte di quelle avranno fatto come me: parcheggio, caffè, giornale, pane, passeggiatina.

Tutto traffico che sta lì e non qui.

Ma a me il fatto che a Foligno la situazione non brilli e i negozi chiudano pure lì, non mi fa stare sereno.

Siamo tutto un territorio e insieme potremmo proporre servizi e interessi complementari.

Anche in campo sanitario, tanto per dirne una.

E non c’è nessuno che sciala in questa situazione.

Peccato.

Al ritorno ho fatto una girata dalle parti del nostro commissariato, quello di Spoleto, e fuori non ho visto tanta gente in attesa come c’era a Foligno.

Magari dipende dall’ora diversa.

Anche se poco, comunque, il traffico indotto dagli uffici, tutti e non solo quello del commissariato, un po’ fa quando si tratta di aiutare economie molto modeste come quelle di questi nostri due centri.

Bisognerebbe riflettere anche sulla collaborazione e non comportarsi come condòmini nervosi.

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