LE LUCI DELLA RIBALTA

Venire alla ribalta. Le luci della ribalta.

Qualcuno sbagliando dice anche “essere SOTTO le luci della ribalta”.

Ma che cavolo è ‘sta ribalta?

La ribalta è la parte del palcoscenico più vicina alla platea.

Da non confondere con il proscenio che è la parte più avanti della scenografia ed esiste solo se c’è la scena.

La ribalta invece sta lì anche a teatro vuoto.

La parte più vicina al pubblico.

Fra la ribalta e il pubblico in genere, nei teatri classici, c’è il “Golfo mistico” o “Buca dell’Orchesta”.

Una volta lì in ribalta si apriva anche la buca del suggeritore. Proprio al centro davanti.

La ribalta ospitava una serie di luci che percorreva tutta la sua lunghezza. Le luci della ribalta dopo pochi minuti che sono accese, scottano che non te ne fai un’idea.

In inglese se a qualcuno interessa si chiama foot light. In francese rampe d’eclairage.

Luci fatte da semplici lampadine incastonate in scatolette di metallo con davanti una gelatina, cioè un colore.

I colori erano generalmente tre: rosso, blu, bianco.

Mescolandoli fra loro si ottenevano effetti notturni o di pieno sole. Insomma il giorno e la notte. Poco di più.

Quelle luci venivano per forza dal basso essendo appoggiate per terra e davano quell’illuminazione caratteristica degli spettacoli dei primi del ‘900.

Quindi dire “sotto” le luci della ribalta, non funziona.

Anche quella fila di luci a terra si chiama “ribalta” come il posto dove è appoggiata.

Un termine che si usa per semplificare.

Quindi venire alla ribalta, si dice quando l’attore si muove dal centro del palco, fino ad avvicinarsi quanto più possibile al pubblico.

Raggiungere il proscenio, invece significa arrivare nella parte più avanti della scenografia.

Il sistema di lampadine a tre colori usato in ribalta è stato velocemente doppiato con le “bilance”, cioè una fila di lampadine come quelle a terra, degli stessi colori, ma questa volta appesa a degli stangoni sollevati con corde.

La sorgente della luce in alto contribuisce a dare un aspetto più naturale ai volti e alle scenografie.

L’illuminazione piatta della ribalta e delle bilance, era compensata dalle scene dipinte che avevano le ombre e gli spessori già disegnati.

La ribalta che in origine era fatta con dei lumi a fiamma libera, nella sua trasformazione che è arrivata fino ai giorni nostri è stato il primo importante anche se rudimentale tentativo di creare un’ambientazione per lo spettacolo che per la maggior parte si svolgeva in una romantica penombra.

Quando i testi classici fanno dire ad un personaggio: “…ecco che arriva Otello” non è tanto per dire, ma perché non era facile per lo spettatore capire chi fosse in scena in quel momento.

I caratteri si differenziavano per i costumi e i colori molto diversi fra loro ma erano per forza quasi sempre annunciati da qualcuno già in scena.

Possiamo dire che l’avvento delle luci ha cambiato, oltre che la percezione dello spettatore, anche il modo di scrivere un testo teatrale.

Il video su Facebook sta qua

Il video su Instagram sta qua

Il video su TikTok sta qua

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.