RIECCO I DUBBI SUL METANO E SULLA GUERRA

Siamo partiti con la fanfara e con i pennacchi, destinazione Algeria, e poi subito dopo per la Libia, alla ricerca di nuovi fornitori di gas per i bisogni dell’Italia, dopo che con i russi ci abbiamo litigato.

Quindi se gli accordi andranno a buon fine, utilizzeremo presto il gas africano sperando che nel frattempo il nostro nuovo fornitore non decida di invadere qualche paese lì vicino per “Riunificare l’Africa” con un’operazione speciale.

Con l’Algeria per esempio confinano diversi paesi come Tunisia, Marocco, Mali, Niger, Mauritania, la stessa Libia e il Sahara Occidentale che qualche problemino di riconoscimento territoriale ce n’ha già di suo.

Sono parecchie nazioni.

Speriamo che rimarranno in pace fra loro, che sennò rischiamo di ritrovarci ancora una volta al freddo per mancanza di gas e magari dovremo tornare a comprare quello russo, chissà.
Intanto la cosa bizzarra, è che sappiamo molto sulle trattative per il gas africano, ma non abbiamo nessuna notizia sullo sviluppo delle rinnovabili nel nostro paese, che potrebbero invece avvicinarci all’autosufficienza.

Quindi siamo bombardati dalle informazioni sulle trattative diciamo così “passive” e poco sui progetti che guardano al futuro all’indipendenza energetica e al rispetto dell’ambiente.

Strano no?

E poi, un’altra riflessione: grazie a giornali, TG e internet, sappiamo esattamente quanti carri armati, quanti schioppetti, quante bombe, quanti missili abbiamo deciso di spedire in Ucraina per consentire ai soldati, ai mercenari, e a quelli che bazzicano armati da quelle parti, di continuare i combattimenti, ma non si ha notizia alcuna del punto a cui è arrivata la diplomazia.

Sta lavorando?

Ha fatto qualche passo in avanti?

No vé?

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