IL SIPARIO DI LUCE

Si sente spesso parlare di Sipario di Luce.

Che cos’è e come si fa?

Beh il sipario, quello tradizionale di velluto, come si è detto più volte è quell’elemento che divide la parte del teatro destinata alla realtà, la platea, da quella della fantasia, il palcoscenico.

Il sipario se ne sta lì, chiuso lasciando da un lato il pubblico e dall’altro chi realizza lo spettacolo come gli attori, i ballerini, i tecnici.

Fino a quando il sipario è chiuso, le due parti, quella della realtà e quella della fantasia, non hanno modo di entrare in contatto.

Appena il siparista, la persona che gestisce il sipario, mette le mani sulla corda del contrappeso per aprire quella specie di tendone di pesante velluto decorato, si sente che comincia già a muoversi qualcosa nell’emozione degli spettatori e pure nella tensione degli artisti.

Quando il velario si apre, subito i due mondi si confondono e a quel punto sta a chi si trova sul palcoscenico aprire un canale di contatto il più forte possibile fra di qua e di là. Un flusso che verrà interrotto solo alla chiusura del sipario.

Il sipario è generalmente di velluto perché quel tipo di stoffa riesce ad assorbire il suono, quindi smorza i rumori del palco e anche quelli del pubblico. Pare che questa scelta si stata indicata dal compositore Wagner che ci teneva parecchio a che il suono non venisse disturbato.

Ma il sipario può essere fatto anche in altro modo, non solo di velluto. I concerti all’aperto per esempio hanno cominciato ad usare per primi il “Sipario di Luce”. Una modalità che è stata ripresa spesso anche nei teatri al chiuso.

Si realizza con apparecchi illuminanti posizionati in ribalta, che puntano verso la platea illuminando la zona del pubblico e rendendo impossibile allo spettatore vedere quello che succede sul palcoscenico.

La polvere che si muove in teatro, investita dal forte raggio di luce, contribuisce a creare una cortina luminosa che ha proprio la funzione di separazione del sipario.

Per “aprire” il sipario di luce, sarà sufficiente spegnere quelle luci violente e questo varrà come inizio dello spettacolo.

Ma il sipario può essere fatto anche di fumo.

Sì, un effetto meno usato anche perché molto più costoso, ma che ha avuto una sua fortuna anche lui soprattutto negli spettacoli all’aperto come i concerti di musica leggera.

Si crea una barriera di fumo che scompare di botto quando arriva il segnale di aprire il sipario.

E come si fa questo effettone?

CO2. Biossido di Carbonio. Un gas incolore e inodore che viene usato anche negli estintori per spegnere gli incendi.

Si costruisce, tutto intorno al boccascena, un complicato impianto che spruzza il CO2 per il tempo in cui serve il sipario chiuso.

Dalla platea a causa di quel fumo, non si riesce a vedere il palcoscenico, poi appena premendo un bottone si blocca l’emissione di gas, di botto sparisce quella cortina di fumo ed eccolo lì il palcoscenico con i musicisti pronti per suonare.

Un sistema costoso e pure rumoroso, a causa del getto di gas che viene espulso violentemente. Un sistema buono principalmente per i concerti rock all’aperto.

A me è capitato di farlo una volta in Piazza Duomo a Milano, ma era tanto tempo fa e chissà se è cambiato qualcosa nel frattempo per quanto riguarda la sicurezza. Chissà.

Comunque il sipario di velluto rosso ha un fascino inattaccabile né da quello di luce né da quello di fumo, però, comunque, non è l’unico, quello di velluto.

Il teatro sta sempre in movimento alla ricerca di nuove emozioni da regalare.

Ma certo che con un sipario diverso da quello di velluto, non si può chiamare l’applauso. Non la sai questa?

Quando alla fine dello spettacolo gli applausi stanno finendo, per farli ripartire, basta che qualcuno da dietro dia dei colpetti sul sipario per muoverlo.

Il pubblico nota questo movimento, capisce che lì dietro c’è qualcuno e lo chiama con un nuovo applauso.

Eh ce ne sono di sistemi per chiamare gli applausi. Pure le schicchere dalla quinta funzionano che pare il suono di qualcuno che applaude lontano.

Lo sanno bene i direttori di scena con buona esperienza.

Provaci se vuoi, la prossima volta che vai a vedere uno spettacolo.

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