ACCENDERE UNA CANDELA

Ti è mai capitato di assistere a uno spettacolo dal vivo dove in scena si accende una candela senza che nessuno la tocchi?

A me una volta è toccato allestire un lampadario fatto di candele vere che si dovevano accendere al gesto e alla battuta di un attore che faceva schioccare le dita e le candele, magicamente si accendevano con una fiamma vera.

Ma interessante era anche il fatto che il regista chiedeva che ci fosse pure l’effetto del fiammifero, con la sua fiamma crescente, che passava il fuoco allo stoppino.

Si può fare? Beh sì. Si è fatto.

E come si fa allora?

Cominciamo: prima di tutto oltre le candele, servono delle capoccette di fiammiferi. Non tutto il fiammifero intero, ma diciamo uno, due centimetri circa.

Si infila nella cera della candela facendo in modo che lo zolfo rimanga vicino allo stoppino.

Per infilare il fiammifero servirà scaldare la candela, oppure fare un buchino con il trapano.

Intorno alla capocchia del fiammifero si avvolge un pezzetto di resistenza.

Quella delle stufette elettriche per capirsi va benissimo. Ne basta solo un pezzetto.

A quella resistenza si porta corrente, cioè si collega con due fili, a una sorgente di elettricità.

Quando si dà corrente la resistenza si infuoca, trasmette il calore al fiammifero che si accende e a sua volta da fuoco allo stoppino della candela.

L’effetto è sicuramente molto bello e se lo spettatore non lo sa, è difficile che capisca come abbiamo fatto.

E poi c’è anche il sistema per spegnere a distanza la candela senza toccarla e senza soffiare, ma per questo farò un altro video appena mi verrà la voglia di metterci mano.

Per ora contentiamoci della candela accesa.

Ah, ovviamente bisognerà fare qualche prova per azzeccare la lunghezza della resistenza e sicuramente ci sarà bisogno di collegare “in parallelo” una zavorra, cioè un carico di un migliaio di watt, che aiuta a stabilizzare l’invio di corrente e previene il corto circuito, ma qui si va troppo sul tecnico.

Facciamoci bastare l’idea del fiammifero.

Del prospero che è quella la parte divertente e pure romantica perché appartiene a quel teatro fatto di fantasia e cose semplici, raccapezzate.

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