VINCENZO RUSSO LASCIA SPOLETO

UN SALUTO A TUTTI CON CAFFÈ PAGATO

Un messaggio privato Che Vincenzo Russo, ex comandante dei Vigili Urbani di Spoleto, ha voluto spedire a molti suoi amici e conoscenti.

Mi piace condividerlo per salutare un amico e un funzionario capace.

Va a Gubbio, quindi sempre in Umbria, ma noi perdiamo un pezzo importante che per dinamiche che non conosco a fondo, si porta via una competenza che avrebbe fatto comodo.

Ciao Vincè.

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da Vincenzo Russo

Oggi è stato l’ultimo giorno di lavoro a Spoleto. Domani è un’altra vita.

Ho lavorato nel Comune di Spoleto dal 1′ settembre 2001 fino al 23 aprile 2018 svolgendo quasi tutti i ruoli di vertice della burocrazia.

Spoleto “mi ha dato il pane e lo spirito” e per questo ringrazio la Città, l’Amministrazione pubblica ed i suoi dipendenti, i cittadini, le associazioni di volontariato, sportive, sociali, il “movimento della protezione civile” e le istituzioni locali e statali, gli operatori economici e la cultura di Spoleto, i partiti politici e le organizzazioni civiche, le organizzazioni sindacali , i giornali ed i giornalisti che mi hanno insegnato tanto.
Tutte le persone che ho incontrato in questi anni nei vari ruoli che ho svolto nell’Amministrazione comunale.

Ringrazio tutto e tutti con riconoscenza per avermi dato la possibilità di contribuire a fare delle cose, aver discusso, ragionato e – in molte situazioni – capito insieme la ragione delle cose che si fanno.
Non mi è stato possibile salutarVi con accortezza e ad uno ad uno. Non mi è stato possibile.

Nel grande bazar della cultura mediorientale, berbera e normanna mischiata da angioini ed aragonesi quando si ha piacere della conversazione svolta, quando si è soddisfatti della discussione e dell’interlocutore che ha dato gusto e senso alla chiacchierata, ma non si ha tempo – quando non si ha più tempo – per cui il saluto può sembrare superficiale, l’abbraccio sembra sbrigativo e la stretta di mano frettolosa gli si dice una cosa che fa la differenza: “Tiene ‘o cafè pavato” (trad. “Hai il caffè pagato”).

Significa ti vado a pagare il caffè a quel bar, ma lo dovrai bere da solo, io non ci sarò perché non ho tempo, perchè devo andare via e non più il tempo per stare con te, ma quando lo berrai il caffè – quel caffè – devi sapere che io starò con te perchè ti dono una parte della mia essenza e tu lo berrai anche per me. Un solo caffè per due. Io lo penso e tu lo bevi, un sorso alla volta.

“Tenite ‘o cafè pavato!”
(Avete il caffè pagato!)

Di nuovo grazie a Spoleto e a voi tutti“.

Vincenzo Russo

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