MARSA ALAM?

Ero in vacanza in Egitto. Mar Rosso. Marsa Alam.

Un bel villaggio quasi deserto a causa della paura dei pazzi che hanno fatto strage di turisti sulle spiagge di quei posti.

Pochissima gente nel villaggio.

Mi sa che eravamo più noi ospiti che le persone che ci lavoravano.

Buffet infiniti a disposizione di pochi annoiati turisti bianchicci e mollicci, che si trascinavano dalla sala ristorante alla spiaggia, attraverso vialetti dove bisognava scavalcare venditori stravaccati per terra che tentavano di riproporre un mercato arabo.

Ogni tanto, per farci uscire dai momenti in cui ci si poteva contare scoprendo di essere troppo pochi, gli animatori inventavano delle escursioni fuori dalla struttura.

Una volta ci hanno portati nel deserto con il bus.

Visita al villaggio beduino.

Che poi salendo sulla duna più alta ho scoperto che quello che veniva spacciato per villaggio beduino era un’ammucchiata di tavole di legno da cantiere, mattoni disordinati, carrettini con ruote di automobile e bambini impolverati.

Le case vere dove i beduini abitavano in realtà erano dietro un’altra duna, invisibile dal livello del campo, ma che si riusciva a scoprire dalla collinetta alta.

Lì case molto meglio, auto di grossa cilindrata, panni stesi ad asciugare al sole.

I turisti (noi) venivano trasportati avanti e indietro sul carro trainato da un somarello, per far capire il disagio del popolo del deserto quando si deve spostare.

Poi ci hanno fatti entrare in una tenda con tanti cuscini per terra.

Seduti scomodissimamente lì abbiamo assaggiato una bevanda calda dal vago sapore di menta.

Poi ancora tutti fuori a vedere come si fa il pane alla maniera beduina.

Si comincia con l’impastare su una pietra l’acqua e la farina.

Poi si stende.

Si fa una buca larga nella sabbia, ci si mette questa pizzetta. Si ricopre con sabbia e tizzoni accesi.

Il calore passa sotto e cuoce.

Quando si tira fuori questa specie di piadina, si sbatte un po’ per togliere la sabbia.

La tagliano e te ne danno un quadratino caldo.

Lì ho fatto una delle mie battute migliori: “Buona… (pausa) marsalam”? Il tono doveva lasciare intendere buona, ma il salame? Er salam?

La guida mi ha risposto che.” … no, noi adesso siamo nel deserto. Marsa Alam sta da quella parte”.

Sì. Certo, io intendevo dire … ma er salam”?

Beh, questo è un paese musulmano. Il salame non si mangia”.

Come avvilire un turista convinto di aver partorito una bella battuta.

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