VOTARE O NON VOTARE?

Giornata moscia.

Pomeriggio piovoso. In TV parlano di elezioni e soprattutto propongono le percentuali dei sondaggi.

Io sonnecchio in poltrona con un libro sulle ginocchia e il fresco che arriva dalle finestre aperte.

Sta cominciando a piovere.

Dovrei fare qualcosa di produttivo come aggiustare il rubinetto del bagno che perde, o finire di scrivere almeno una di quelle cose che ho cominciato ormai da tempo.

Ma non mi va e mi viene invece da pensare ad altro.

Rifletto sul prossimo 25 settembre quando bisognerà segnare con una croce fatta a matita, come la pensiamo noi.

A chi avremo il coraggio di affidare il futuro di questo paese.

Si propongono in tanti per guidare l’Italia.

Ognuno con ben presente l’elenco dei problemi.

Qualcuno, non tutti, azzarda anche qualche timida soluzione, ma i problemi fanno più presa e di quelli si parla. Le soluzioni le bazzicano in pochi, perché ce le rinchiudi male in uno slogan.

E poi ci sono i sondaggi che non sono sicuro rappresentano le vere intenzioni degli elettori e non invece dei suggerimenti a volte anche troppo smaccati.

I sondaggi: vuol dire che sulla base di domande fatte in giro, c’è chi riesce ad individuare delle percentuali che andranno a questa o a quell’altra forza politica che si sarà presentata per dire la sua.

Se ho capito bene, le intenzioni, qualora fossero vere e stabili, non rappresentano per niente quello che potrà uscire dalle urne.

Manco per niente.

Anzi, secondo me all’apertura dei seggi, tutti avranno le stesse possibilità.

Si parte tutti da zero.

Certo c’è chi ha uno zero ricco, gonfio e chi invece ne ha uno striminzito che zagaja, ma tutti da zero si parte.

E allora mettiamo che noi elettori decidiamo per una volta, di andare a votare e di non delegare ad altri.

Mettiamo che gli elettori decidano di non disertare le urne come si dice e come si immagina che potrà invece succedere.

E poi mettiamo che gli elettori si mettano in testa di scegliere la proposta che più somiglia a quello di cui sentono di aver bisogno.

Di cui il paese ha bisogno.

Mettiamo che gli elettori riescano a scartare le proposte più infiocchettate di quelli in testa ai sondaggi e possano vedere se dentro il pacco c’è la soluzione o una sòla.

Ecco, allora io credo che farò così:

Non c’è nessuno che propone soluzioni al 100% simili a quelle che io penso ci vorrebbero.

Nessuno.

D’altra parte ho paura a lasciare che altri scelgano per me.

E se non ci acchiappano?

Se scelgono quelli che secondo me sono pericolosi?

No, a votare io ci vado.

Metterò la crocetta su quello che propone soluzioni per me comprensibili. Utili. Oneste. Corrette.

E se la mia scelta dovesse cadere su una formazione piccola, che non gode del favore dei sondaggi, beh, pazienza.

Conterò sul fatto che all’apertura delle urne, come dicevo, si parte tutti da zero e farò a meno di seguire i suggerimenti dei sondaggi.

Mi astengo dal non votare. Speriamo bene.

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