IL PRIMO CAMERINO

Qualcuno lo sa, altri se lo immaginano che la competizione, la rivalità fra gli attori a volte dal palcoscenico si trasferisce fino ai camerini.

Il camerino è quella piccola stanza, vicino al palcoscenico, che diventa per qualche ora, il regno dell’attore a cui è stato assegnato.

Lì dentro c’è almeno un tavolo dove appoggiare i trucchi, uno specchio con delle lampadine tutto intorno per aiutare il momento della trasformazione dell’attore in personaggio.

Sul piccolo tavolino vengono appoggiate le cose care all’attore, come foto di famiglia, ricordi, piccoli regali e anche amuleti.

Sì, ognuno ha un oggetto a cui tiene molto perché pensa gli porti bene, o semplicemente perché gli è stato dato da un collega, o da persona a cui tiene.

Non mancano le foto di colleghi famosi, in genere scomparsi, che testimoniano conoscenze alte nel mondo del teatro.

Nel camerino c’è spesso anche una sedia o una piccola poltrona per ospitare qualche amico o gli spettatori alla fine dello spettacolo.

La poltrona a volte viene usata anche per distendersi prima della pièce.

I camerini sono numerati e in genere il numero 1, il primo camerino, viene assegnato all’attore più importante della compagnia.

Quasi sempre il primo camerino è quello più vicino al palcoscenico.

Quindi guardando l’ordine dei camerini, si scopre chi è considerato dalla produzione l’attore principale, chi al secondo posto e così via. In caso di “Pari merito” comanda la paga.

Eh sì. Chi prende una paga giornaliera più alta, a parità di ruolo, ha diritto al camerino migliore.

I camerini vengono assegnati dal direttore di scena che si avvale della collaborazione della sarta di compagnia.

A volte, in sede di trattativa, quando il produttore dello spettacolo deve scritturare un attore o un’attrice, anche il camerino diventa merce di scambio.

Qualche volta per aggiungere valore alla paga concordata si arriva a dire: “è vero, meriteresti di più, ma siccome questa volta non posso, ti garantisco il camerino prima di quello che ti spetterebbe”.

A volte funziona.

Il produttore risparmia, l’attore è soddisfatto, il direttore di scena impazzisce per spiegare agli altri attori perché quello sta lì invece che là.

Un equilibrio fragilissimo quello che passa per l’assegnazione dei camerini.

Fragilissimo.

Per questo incarico non ho mai invidiato il direttore di scena.

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