LA CANTINELLA

Cantinelle

Che cos’è la “cantinella”?

Quella di cui parlo qui non è un posto dove si conservano vini, salumi e formaggi a stagionare.

La Cantinella: un nome simpatico per un elemento fondamentale nella messa in scena e la costruzione di uno spettacolo teatrale.

Si tratta di una stecca di legno di abete, preferibilmente non stagionato, della lunghezza di quattro metri.

La sezione è rettangolare e misura due centimetri e mezzo per cinque.

Una semplice stecca di legno in genere nemmeno troppo raffinata, ma con quella si costruiscono stangoni dove appendere elementi di scena, luci, accessori per la fonica, strade e binari per muovere sipari e coulisse, e tanto altro.

Le cantinelle si usano anche per “armare” elementi di scene dipinte.

Armare significa costruire un’intelaiatura per tendere la tela, in modo da poter mettere in piedi fondali, quinte, spezzati eccetera.

La cantinella è usata a volte anche come peso per tenere in tensione scene di tela.

Serve pure come “tirone” cioè sostegno da appoggiare ad un elemento di scenografia per tenerlo in verticale.

Con le cantinelle si delimita la pianta della scenografia quando gli attori provano in palcoscenico e le scene non sono ancora pronte.

Con un pezzo di cantinella sbattuto violentemente a terra dalla parte piatta, si simula il rumore di uno sparo in lontananza.

Un piccolo pezzo di cantinella si chiama “schiacciola” e si usa per fissare quinte a terra, per creare spessori, per compensare il declivio, cioè la pendenza del palcoscenico, per creare delle “ciapparine” cioè un sistema per acchiappare il fondale e tenderlo attraverso corde e tanto altro.

Cantinelle e schiacciole, sono l’anima del teatro tanto che fino a qualche tempo fa tutti i teatri dovevano avere in dotazione oltre a cento mazzi di corde, anche un metro cubo di queste stecche magiche.

Forse adesso che le scene non si armano più, questo obbligo è decaduto, ma fino a poco tempo fa c’era.

Ho sicuramente trascurato qualche utilizzo della cantinella e i miei amici ex colleghi mi aiuteranno a colmare la lacuna, ma non posso non citare “Radio Cantinella” come è simpaticamente soprannominato il modo e la velocità con cui girano le notizie in teatro.

Anni fa per esempio, a me capitò di cadere dalla scala durante il montaggio di uno spettacolo al Teatro Eliseo. Un bel volo. Qualche strappo, un po’ di ammaccature, ma avevo la fortuna e l’età giusta per non farmi troppo male.

Ovviamente mi sono guardato bene dal farlo sapere a casa ché gli acciacchi erano sopportabili.

Beh, dopo mezz’ora dall’incidente ho ricevuto una telefonata da mia madre che chiedeva spiegazioni su come era successo e come stavo.

E poco dopo è arrivata nel teatro successivo che mi pare fosse il Duse di Bologna, quella che non era ancora mia moglie, per accertarsi che era tutto a posto.

Le notizie, grazie a Radio Cantinella arrivano, o arrivavano, quasi in tempo reale.

Altro che i social di oggi.

Il video su Facebook sta qua

Scrosce o Tironi per sorreggere degli Spezzati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.