MA ‘STI CONFINI INSOMMA?

Pensiero Naif

Conosco una persona che per motivi suoi si è trovata a passare in Ucraina, proprio al confine con la Russia.

In quelle zone in cui di qua è un paese e di là un altro.

Dice che ha cercato a lungo, ma non ha trovato sul terreno segni che dividano le due nazioni.

Niente.

Dice che anche se ci capiti tu, camminandoci, pure facendo attenzione, ti pare di non attraversare nessun confine.

Solo che da una parte la gente è russa e dall’altra ucraina.

Ma fra loro si parlano e si conoscono da tempo. Conoscono la storia delle famiglie gli uni degli altri. Si scambiano spesso favori. Litigano pure, come in un qualsiasi condominio, ma nessuna riga per terra che divide il di qua dal di là.

Sì qualche garitta militare, qualche sbarra di passaggio a livello. Ci si incontrano pure militari spesso stanchi e armati. Le auto che ci si trovano hanno targhe diverse, insomma tutta roba fatta e voluta da qualcuno che abita lontano però decide del presente di quelle persone lì.

Ha girato, questo mio conoscente, anche per altri territori considerati confini, come quelli del Donbass, della Crimea.

Niente da fare.

Nessun segnale insomma a dimostrare che quella terra è solo di uno o di un altro e non di tutti.

Niente.

Eppure da quelle parti ci si spara addosso, ci si muore come testimoniano i corpi di tante persone che per paura vengono lasciati a marcire lì per terra, che ci deve essere un interesse grande.

Ma questo amico non ce la fa a capirlo e francamente nemmeno io.

Dice: ma possibile che tutto questo casino sia nato solo per assegnare quei campi e quei boschi, strade, ad una nazione o a un’altra?

Ma se è solo per questo, beh allora chiamala come ti pare questa terra no? Fai tu.

Ma che non ci siano invece interessi più importanti?

Che ne so io: spaccio di materiale bellico, risorse naturali, sbocchi sul mare, ricostruzione, tanti soldi… che ne so io?

Perché se invece fosse solo per dare il nome di una nazione a un pezzo di terra ma anche solo a delle persone, forse basterebbe uscire dal concetto di confine no?

Visto che questo confine esiste praticamente solo nelle dichiarazioni di chi guida la guerra rimanendone prudentemente lontano, forse basterebbe rivedere il concetto di confine. Di frontiera.

Insomma trattare quei paesi un po’ come fa Amazon o il mercato in generale. Amazon mica ci fa caso se i suoi prodotti vanno consegnati di qua o di là.

Li consegna e basta, a patto che siano stati pagati e che non ci sia una guerra ad impedirlo e ci siano le strade dove passare.

Il mio conoscente insomma, che se ne sta ancora in giro per le zone di confine alla ricerca di qualche segno che non siano soldi e interessi di pochi potenti, non riesce proprio a capire. E mi assicura che manco gli abitanti di quelle zone capiscono perché sono da un anno costretti a vivere sotto terra, a elemosinare cibo e acqua, a registrare la morte delle persone vicine. Non lo capiscono manco loro che stanno lì, figuriamoci noi che siamo qua.

Al mio conoscente gli sembra troppo che si facciano morti, si distruggano città intere, per un confine che lui non è manco riuscito a trovare, nemmeno nelle capocce della gente.

Comunque io a questa cosa dei confini mica ci credo tanto sa’.

Anzi, fatico a capirne l’utilità più che l’esistenza.

E se una cosa così grave non si capisce, forse è meglio farne a meno. Ne riparleremo più in là, quando avremo capito.

Per ora quindi stop ai confini, anzi “No Borders” come dicono adesso quelli che conoscono l’inglese.

Ecco.

No Borders.

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